Il Dimagrimento e il tono della pelle

Molte persone credono che una volta accumulato grasso in certe zone del corpo sia impossibile rimuoverlo. In realtà i trigliceridi del tessuto adiposo non sono stazionari, ma vengono continuamente mobilizzati e ri-depositati, rinnovandosi ogni 10-15 giorni. Il tessuto adiposo non è più considerato semplicemente un deposito inerte, ma un vero e proprio organo endocrino.

I lipidi immagazzinati nel tessuto adiposo sono in parte di origine alimentare (esogena) ed in parte di derivazione endogena (vengono formati all’interno degli stessi adipociti, grazie alla trasformazione chimica di altre sostanze come il glucosio). Oltre ai lipidi, il tessuto adiposo contiene il 10% di acqua, il 2% collagene e lo 0.1% di glicogeno.

Lo spessore e la distribuzione di questi pannicoli adiposi dipendono da diversi fattori, alcuni dei quali molto ovvi. Per esempio, in alcune zone del corpo i pannicoli adiposi sono ridotti (mani, piedi, avambraccio), specie se paragonati con quelli presenti in altre regioni (addome, fianchi, glutei) ed è differente nei due sessi.
L’entità delle masse adipose dipende anche dallo stato di nutrizione: aumenta in caso di eccessiva assunzione (obesità) e diminuisce in presenza di deficit nutrizionali cronici. Infine, nelle società del benessere, il tessuto adiposo è generalmente superiore negli anziani rispetto agli adolescenti ed ai giovani adulti.

In un individuo di 70 kg, la quantità di grasso accumulata nel tessuto adiposo è di 11-15 kg, ciò rappresenta una riserva calorica sufficiente per circa due mesi di vita.

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Fino a pochi anni fa si riteneva che l’iperplasia degli adipociti avvenisse soltanto nell’infanzia. Oggi sappiamo che tale fenomeno può manifestarsi anche nell’adulto, in special modo quando si passa da sovrappeso moderato ad una condizione di obesità. La conferma di questo fenomeno, in parte intuitivo, è stata data dalla scoperta di pre-adipociti, cellule indifferenziate immerse nel tessuto adiposo degli adulti. Tali cellule conservano la capacità di dividersi e, se stimolate ed attivate, di originare nuovi adipociti. 

Una volta formate, queste nuove cellule adipose rimarranno tali fino alla morte dell’individuo, potranno quindi aumentare o diminuire di volume ma non di numero.

Classiche funzioni del tessuto adiposo
• Riserva energetica
• Protezione contro gli urti e sostegno meccanico a vari organi
• Modellamento della figura corporea
• Isolamento termico (tessuto adiposo bianco);
• aumento della temperatura corporea e smaltimento degli eccessi alimentari sotto forma di calore (tessuto adiposo bruno).

Il primo, il tessuto bianco, nonostante il nome, ha un colorito giallognolo, legato al suo contenuto in carotenoidi. Da solo rappresenta la quasi totalità del grasso di riserva.
Gli adipociti bianchi non sono dei semplici serbatoi di grassi, ma cellule metabolicamente attive, in grado di sintetizzare trigliceridi ed immagazzinarli. Le stesse cellule sono anche in grado di idrolizzare questi trigliceridi e riversare il glicerolo e gli acidi grassi ottenuti nel sangue. Gli adipociti hanno anche la capacità di convertire l’eccesso di glucosio in trigliceridi di riserva.
Principali funzioni del tessuto adiposo bianco
• Sintetizzare trigliceridi ed immagazzinarli come riserva energetica (1Kg = 7000 Cal circa).
• Idrolizzare i trigliceridi depositati ed immettere acidi grassi liberi nel sangue.
• Sintetizzare trigliceridi a partire dal glucosio.
• Ammortizzatore meccanico, isolante termico e produttore di ormoni e sostanze biologicamente attive (adipochine), tra cui la leptina, l’adiponectina, l’interleuchina 6 (IL-6) ed il fattore di necrosi tumorale-α. Il più attivo dal punto di vista endocrino è il tessuto adiposo addominale.

Le adipochine
Hanno un ruolo importante nei metabolismi energetici, infatti, stanno anche alla base della fisiopatologia di malattie molto diffuse (ipertensione arteriosa, obesità, aterosclerosi, diabete di tipo 2). A queste sostanze se ne associano altre ad azione pro-infiammatoria e pro-insulino-resistenza, prodotte dai macrofagi deputati alla digestione di quelle cellule adipose morte, perché rese troppo voluminose dall’eccessivo accumulo lipidico (tipico dell’obesità). Non a caso, è stato dimostrato che il numero di macrofagi presenti nel tessuto adiposo è proporzionale al grado di obesità. La loro migrazione in questa sede sembra correlata allo stato ipossico che si viene a creare negli adipociti in seguito all’eccessiva ipertrofia, che ne determina la morte.
L’adiponectina è una proteina appartenente alla categoria delle adipochine. Come tale viene sintetizzata dalle cellule del tessuto adiposo, in particolare dagli adipociti bianchi maturi, e con la sua azione influenza la funzionalità e l’attività strutturale di altri tessuti.
Sin dai primi studi condotti, sono emerse le proprietà anti-aterogeniche ed antinfiammatorie di questa sostanza. È stata inoltre dimostrata una chiara relazione tra i livelli di adiponectina e l’estensione della massa grassa. A differenza di quanto scoperto per le altre proteine sintetizzate dal tessuto adiposo, infatti, i livelli di adiponectina sono significativamente inferiori negli obesi rispetto ai soggetti normopeso.
Al contrario, gli alti livelli di adiponectina si correlano positivamente con la riduzione del peso corporeo.

L’altro tipo di tessuto adiposo, detto bruno, è abbondante nei mammiferi che vanno in letargo (ibernanti) e nei cuccioli. Il ruolo svolto dagli adipociti bruni è diverso da quello ricoperto dagli adipociti bianchi; innanzitutto, perché si tratta di cellule di minori dimensioni, il cui colore scuro è dovuto alla presenza dei citocromi contenuti nei numerosi mitocondri. A differenza dell’adipocita bianco, gli adipociti bruni non contengono un’unica grossa massa adiposa ma tante piccole gocce di trigliceridi, dette vacuoli lipidici. Di conseguenza il nucleo ed il citoplasma non sono situati in periferia ma ben distinguibili all’interno della cellula.
Nell’uomo il tessuto adiposo bruno è presente in piccole quantità nel neonato (zona ascellare ed interscapolare). Con la crescita, buona parte di questo tessuto si trasforma in tessuto adiposo bianco; per questo motivo nell’adulto troviamo soltanto delle tracce di tessuto adiposo bruno, distribuite sotto forma di piccole isole cellulari sparse tra i numerosi adipociti bianchi. Pertanto, non esistono depositi esclusivi di tessuto adiposo bianco o tessuto adiposo bruno, ma sempre e comunque depositi misti, dove le relative percentuali differiscono in base alla localizzazione topografica.

Oltre ad una differenza morfologica ne esiste anche una di natura funzionale. Mentre negli adipociti bianchi l’idrolisi dei trigliceridi avviene in base alle richieste energetiche dell’organismo, in quelli bruni la degradazione dei grassi avviene in risposta ad un abbassamento della temperatura corporea. Se l’organismo soffre di ipotermia, gli adipociti bruni rispondono andando a mobilitare i propri trigliceridi, dal cui catabolismo si libera energia dissipabile sotto forma di calore. Questo fenomeno è chiamato termogenesi senza brivido, per distinguerlo dal classico brivido (contrazione muscolare involontaria indirizzata alla produzione di calore). La cellula adiposa bruna, che è la cellula dell’organismo più ricca di mitocondri, contiene una proteina mitocondriale, detta, UCP-1 (proteina disaccoppiante), che è il vero e proprio marker di questo adipocita ed interviene nella termogenesi. Il tessuto adiposo bruno si attiva, non solo in risposta ad un abbassamento della temperatura, ma anche in caso di eccessivo introito calorico con la dieta. In teoria questo fenomeno, basato sulla dispersione del surplus calorico sotto forma di calore, dovrebbe garantire l’omeostasi del peso corporeo, indipendentemente dagli eccessi alimentari.
Il tessuto adiposo bruno è un “fisiologico tessuto antiobesità”; in caso di ipernutrizione è stato evidenziato un aumento della termogenesi, con effetto preventivo sullo sviluppo dell’obesità. Il tessuto adiposo bruno ha risposto a tale condizione con le stesse variazioni metaboliche e strutturali attivate durante la termogenesi da freddo. Non a caso, appena mangiato la temperatura aumenta di circa 0,5/1 grado, proprio per questa forma di termogenesi postprandiale mediata dal tessuto adiposo bruno, che tende a mantenere stabile il bilancio energetico dell’organismo nonostante il surplus calorico del pasto.
Negli esperimenti svolti, il corpo, esposto per dieci giorni al freddo, trasforma il fenotipo del suo organo adiposo in un fenotipo prevalentemente bruno. La cosa sorprendente è che non solo cambiano le percentuali di adipociti bianchi/bruni, ma che il numero complessivo di cellule adipose rimane costante; ciò significa che in determinate condizioni gli adipociti bianchi maturi possono trasformarsi in adipociti bruni, e viceversa. In casi geneticamente obesi il tessuto adiposo bruno possiede una ridotta capacità termogenetica.
Il tessuto adiposo bruno è inoltre dotato di una ricca innervazione simpatica che lo rende particolarmente sensibile all’attività delle catecolamine, ormoni secreti rapidamente in risposta a stress psicofisici acuti. Quando arriva uno stimolo simpatico, grazie soprattutto ai recettori B3-adrenergici, l’attività termogenetica viene attivata.
La ridotta presenza di adipociti bruni in un individuo adulto sembra quindi essere uno dei tanti meccanismi patogenetici che stanno alla base dell’obesità.

Secondo gli studi più recenti, il tessuto adiposo dei mammiferi (uomo compreso) ha la capacità intrinseca di trasformare adipociti bianchi in adipociti bruni, e viceversa. Il tessuto adiposo bruno, infatti, non è numericamente costante nella sua popolazione cellulare, ma si espande e si restringe al bisogno. Questo evento è dovuto a fenomeni di iperplasia e di conversione degli adipociti bianchi in adipociti bruni; la convivenza di queste cellule è infatti antitetica (quelle bianche accumulano i lipidi mentre quelle brune li bruciano).
La scoperta di questi meccanismi biologici apre le porte a futuri sviluppi terapeutici nel trattamento dell’obesità; in linea teorica, infatti, per sconfiggerla sarebbe sufficiente aumentare la percentuale di adipociti bruni mediante un aumento delle adipochine, dell’adiponectina e dei mitocondri.

CUTIS TONING è una crema/latte per tutto il corpo, con funzione dimagrante, idratante e tonificante.
La sua attività è di far svolgere alla pelle una particolare ginnastica passiva che fa ottenere riduzione del grasso e un maggior tono al tessuto cutaneo.
Contiene un estratto derivato dalla fermentazione di acido folico e soia da parte del Bacillus: un microrganismo proveniente dalle isole bermuda che si ottiene da Plankton. Tale attivo è in grado di mimare lo sforzo e l’esercizio fisico a livello corporeo aumentando l’adiponectina e l’attività mitocondriale. Il prodotto promuove l’integrità delle fibre di tipo I ed il loro conseguente metabolismo mitocondriale. I risultati sono estremamente più intensi se accompagnati da attività fisica.

CUTIS TONING, applicato due volte al giorno su pelle pulita, per 56 giorni, ha permesso di ottenere:
• + 68% aumento di adiponectina dagli adipociti (L’adiponectina è un ormone proteico che modula alcuni processi metabolici, inclusa la regolazione del glucosio e il catabolismo degli acidi grassi)
• + 48% attività mitocondriale (I mitocondri sono organelli presenti all’interno delle cellule viventi, di dimensioni dell’ordine di grandezza dei micron (milionesimi di metro) e di forma variabile, da tubulare a puntiforme. Sono conosciuti per essere le centraline energetiche delle cellule, poiché sono capaci di produrre grandi quantità di una molecola, chiamata ATP (adenosina tri-fosfato), che ha il ruolo di trasportare e fornire alle cellule l’energia necessaria per le loro funzioni. L’invecchiamento dell’organismo va di pari passo con l’invecchiamento dei mitocondri.
Questi dati, sul 40 % dei volontari che lo hanno testato, hanno determinato:
• – 1,6 cm riduzione della circonferenza addominale
• -2,1 cm circonferenza della coscia
• – 0,7% cm circonferenza delle braccia in 28 giorni
• Miglioramento del tono cutaneo
Possiamo quindi affermare che l’uso costante del prodotto applicato sulla zona di interesse, definisce la silhouette e aumenta il tono della pelle del corpo; può ridurre l’addome e il contorno coscia, le braccia cadenti e, allo stesso tempo, può diminuire il peso corporeo. Attivando costantemente il tono muscolare si può ottenere un aumento della tonicità, una diminuzione centimetrica della zona di applicazione.
Il prodotto è anche particolarmente indicato per pelli secche, anelastiche, mature o danneggiate.